Per la scrittura io ho fatto tutto, mi sono ridotto persino a vivere.— Aldo Busi
Per la scrittura io ho fatto tutto, mi sono ridotto persino a vivere.
Io ho conosciuto parecchia gente rovinata da Internet e non ancora una sola persona da una rete per farfalle.
Ci sono più spiegazioni che non portano a nulla, e sono definitive, di altre che portano a qualcosa ma rimangono aperte.
La battaglia per impedire all'altro è la stessa che ti sottrae ogni energia per poi permettere a te di fare qualcosa.
Quando scrivo un romanzo, lo sento riuscito se sono riuscito ad andare al di là di me stesso e, quindi, se sono entrato nella carne viva dell'umano.
Il vero eroe alla fine muore. Quelli che restano sono i filosofi.
L'arte dello scrivere consiste nel ripetere cose già dette e nel ripeterle in modo che la gente creda di leggerle per la prima volta.
Niente di peggio che lavorare a orario fisso: si produce scrittura burocratica.
Gloria e merito di alcuni è scrivere bene; e di altri non scrivere affatto.
Quando si scrive con facilità, si crede sempre di avere più talento di quanto se ne ha. Per scrivere bene, ci vuole una facilità naturale e una difficoltà acquisita.
Il bello è che scrivere è un altro modo di cagare e masturbarsi.
Perché scrivo? Per paura. Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto da una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile.
La scrittura dal punto di vista della logica è sempre imperdonabile, ma dal punto di vista della scrittura è indispensabile.
Io sono vivo, ma non vivo perché respiro, mi sento vivo solo se sfilo la stilo e scrivo.
Esprimi il tuo pensiero in modo conciso perché sia letto, in modo chiaro perché sia capito, in modo pittoresco perché sia ricordato e, soprattutto, in modo esatto perché i lettori siano guidati dalla sua luce.
Scrivere è continuare, inseguire al di là della tenebra quel fanalino fuggente che è l'uomo.