La scienza esige umiltà intellettuale esattamente come la verità di fede.
Scienza vuol dire studio della logica del Creato. Ha inizio con un atto di fede e continua attraverso l'uso della ragione applicata alla sfera dell'immanente.
Chi studia le applicazioni tecnologiche delle scoperte scientifiche a scopi bellici e di distruzione planetaria è come colui che invece di leggere il libro della Natura cerca di bruciarne le pagine.
Il caso Galilei è ancora cronaca. Dobbiamo aspettare qualche migliaio di anni per avere, di esso, una lettura fedele.
Una delle nostre bandiere è la Scienza senza segreti e senza frontiere.
Un'opera d'Arte è punto di arrivo: nessuno potrà mai migliorare la Pietà di Michelangelo. Essa è una realtà legata totalmente al suo autore. Una scoperta scientifica è invece sempre migliorabile.
L'unico vero modo per conciliare scienza e religione è di istituire qualcosa che non sia scienza e qualcosa che non sia religione.
La scienza non ha patria, perché la conoscenza è patrimonio dell'umanità, la fiaccola che illumina il mondo.
Nata con un atto di fede nel Creato, la scienza non ha mai tradito il Padre Suo. Essa ha scoperto nell'Immanente nuove leggi, nuovi fenomeni, inaspettate regolarità, senza però mai scalfire, anche in minima parte, il trascendente.
Nessuna certezza delle scienze è dove non si pò applicare una delle scienze matematiche, ovver che non sono unite con esse matematiche.
La scienza è dopotutto un'arte, una questione di consumata abilità nel condurre la ricerca.
La scienza si presenta oggi, alla cultura del nostro tempo, come il baluardo più potente per corroborare di verità quella fede galileiana nella natura, quale portatrice delle impronte del creatore.
La scienza è sempre imperfetta. Ogni volta che risolve un problema, ne crea almeno dieci nuovi.
La nostra scienza è costituita di alcuni buoni aneddoti insieme ad alcuni maestosi fatti sulla distanza e le dimensioni e di poco o niente sulle stelle nella loro relazione con l'uomo.
La grande importanza dei problemi definiti per il progresso della matematica e della scienza in generale è innegabile. finché un ramo della conoscenza riesce a supplire a un surplus di questi problemi, essa mantiene la sua vitalità.
Quando saremo afflitti, la scienza della realtà fuori di noi non ci consolerà dell'ignoranza morale, ma la scienza morale mi consolerà sempre dell'ignoranza delle scienze oggettive.