Miserabile è chi non ha una donna che ne pianga la morte.— Arthur Conan Doyle
Miserabile è chi non ha una donna che ne pianga la morte.
Non si finisce mai d'imparare. Il campo della nostra esperienza è tutta una serie di lezioni, di cui l'ultima è la più importante.
È un errore confondere ciò che è strano con ciò che è misterioso.
Sono proprio le soluzioni più semplici quelle che in genere vengono trascurate.
Non c'è niente di nuovo sotto il sole. Tutto è già stato fatto prima.
Il tocco supremo dell'artista - sapere quando fermarsi.
Ciò che fa grande la grandezza umana è che si riconosce miserabile; un albero non si riconosce miserabile. Riconoscersi miserabili significa dunque essere miserabili, ma riconoscersi miserabili significa essere grandi.
Il miserabile, ogni qual volta ha il tempo di pensare, si fa piccolo davanti alla legge e meschino davanti alla società; si getta bocconi, supplica e cerca di toccare il tasto della compassione. Si sente che sa d'aver torto.
Tutti i miserabili sono socievoli, sino a far pietà.
I miserabili non hanno compassione, fanno del bene solo su dei forti princìpi di dovere.