L’amore viene presentato come qualcosa di ben distinto da ogni semplice rapporto tra uomo e donna. Non basta l’interazione, la frequentazione o l’attrazione superficiale per poter usare quel termine con proprietà. A essere messo in primo piano è il coinvolgimento profondo della persona, una partecipazione intensa che non riguarda solo il corpo o solo la mente, ma un intreccio inscindibile tra dimensione psicologica e fisica. L’esperienza amorosa, in questo senso, implica una forte carica emotiva, una relazione in cui ci si espone, ci si lega, si investe una parte essenziale di sé. Non è un’etichetta da applicare a ogni tipo di intesa o desiderio, ma un nome per una forma di legame esigente e complessa. La riflessione propone anche un uso più rigoroso e sobrio del linguaggio affettivo: chiamare “amore” ciò che coinvolge profondamente la persona, distinguendolo dai rapporti occasionali, utilitaristici o puramente sensuali. Ne emerge una visione in cui l’amore è raro, impegnativo e intrinsecamente totale, perché coinvolge insieme mente, cuore e corpo.