L'amore. Una specie di zona franca che potevamo abitare: uno spazio extraterritoriale dove la nostra mancanza di vera autonomia sembrava irrilevante.

Andrea De Carlo
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La nostra interpretazione

L’amore viene rappresentato come un luogo sospeso, separato dalle regole e dalle costrizioni della vita quotidiana. Non è semplicemente un sentimento, ma uno spazio in cui chi lo vive può sentirsi libero da limiti, condizionamenti, ruoli sociali e perfino dalle proprie insicurezze. In questo spazio condiviso, la fragile o incompleta autonomia dei singoli non è più un difetto centrale: ciò che manca a ciascuno nella propria individualità viene temporaneamente compensato dalla relazione stessa. L’unione diventa allora un territorio neutro, dove non domina l’uno o l’altro, ma il legame. Questa visione restituisce all’amore un carattere quasi sacro, come una terra di nessuno in cui smettono di valere le gerarchie e le dipendenze che scandiscono il resto dell’esistenza. La relazione permette di sospendere il giudizio su ciò che non si è ancora riusciti a diventare, e offre la possibilità di esistere per ciò che si è nel presente, senza dover dimostrare forza, autosufficienza o pieno controllo della propria vita. In questo senso l’amore appare come una forma di libertà condivisa, fragile ma intensa, che rende sopportabile e persino secondaria la consapevolezza dei propri limiti personali.

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