Tutto è così tecnologico e tutti siamo connessi.
Lavorate sul vostro piano editoriale: argomenti da trattare, fonti da tenere sott'occhio per trovare notizie e ispirazione, stile e tono di voce, persone da coinvolgere anche occasionalmente per guest post di varia natura.
Google, Twitter e Facebook sono planetarie, hanno per cliente l'intero pianeta, hanno imposto nuove regole per la ricerca, nuovi linguaggi per la comunicazione.
La Rete, da Amazon a eBay, ha fatto emergere una coda lunga di domanda per i prodotti fisici di nicchia; oggi gli strumenti democratizzati di produzione stanno facendo emergere anche una coda lunga di offerta.
Non suona ormai un poco datato un essere umano che naviga sul web?
Internet mobile è il massimo della stramberia, perché oltre all'estrema individualizzazione (solo io), si aggiungono le dimensioni tempo (lo voglio adesso o non lo voglio mai) e luogo (lo voglio o non lo voglio qui).
Internet è il 'soapbox' del nuovo Millennio, la cassetta del sapone sulla quale chiunque può salire e predicare il proprio vangelo dall'angolo di uno Hyde Park globale.
Twitter è un ecosistema diverso dagli altri, a disposizione del pubblico che gli conferisce il suo vero valore.
Il concetto chiave non è più la 'presenza' in rete, ma la 'connessione': se si è presenti ma non connessi, si è soli.
Girano voci sugli Internets...
Non mi piace vedere questo tipo di attività. Alla fine, se questa bolla scoppiasse, penso che la gente sarà lasciata con il cerino in mano e non voglio essere lì intorno a quando succederà.