Anche la morte non deve essere temuta da colui che ha vissuto saggiamente.
Mai, invero, si placano quaggiù gli odii con l'odiare: col non-odiare si placano. Questa è legge eterna.
Non è saggio un uomo perché parla molto: ma quando è paziente, pacifico, intrepido, allora lo si chiama saggio.
Gli sciocchi aspettano il giorno fortunato. Ma ogni giorno è fortunato per chi sa darsi da fare.
La violenza è il frutto del desiderio.
Il falegname piega il legno, l'arciere crea le frecce, il saggio modella se stesso.
Un saggio incontrò un magnate stolto; si misero a discutere di istruzione e ricchezza. Quando si lasciarono, il saggio si ritrovò in mano solamente un pugno di sozzura, il magnate scoprì nel suo cuore solamente un velo di nebbia.
Una domanda assennata rappresenta metà della saggezza.
Lo sciocco corre dietro i piaceri della vita, e si vede ingannato; il saggio evita i mali.
Questi simili modi debbe osservare uno principe savio, e mai ne' tempi pacifici stare ozioso, ma con industria farne capitale, per potersene valere nelle avversità, acciò che, quando si muta la fortuna, lo truovi parato a resisterle.
Il dubbio è un aiuto alla saggezza.
La vera saggezza consiste non solo nel vedere ciò che ci sta davanti al naso, ma anche nel prevedere ciò che potrebbe accaderci.
Un cauto e prudente autocontrollo è la radice della saggezza.
Il saggio stesso formula spesso opinioni su ciò che non conosce, non di rado è in preda alla collera, cede alle preghiere e si calma, corregge talora se così è meglio le sue affermazioni e talora cambia parere; tutte le virtù sono temperate dal giusto mezzo.
Non sprecare gran parte del tuo tempo su voci che non contano. Scollegati dalle banalità in modo da avere più tempo per sintonizzarti sulle voci importanti.
Il segno inconfondibile della saggezza è di vedere il miracoloso nel banale.