Chi molto dice, pensa poco.— Carlo Dossi
Chi molto dice, pensa poco.
Gli Umoristi dicono cose savie vestite di pazzia, e pazzie vestite di saviezza.
Italia 1870. Tempi di recrudescenza governativa. La tutela della P.S. affidata ai bricconi. Il mostruoso connubio fra Chiesa e Stato. I regolamenti, perpetua offesa alle leggi, etc. etc., l'usura.
Massimo segno della fine, è il principio.
L'amore o a dir meglio l'abitudine all'isolamento noi l'acquistiamo e si accentua in noi invecchiando.
L'umorismo non poteva sorger completo che in un'epoca di scetticismo. - Nell'Um. la ingenuità infantile della frase colla senile profondità del pensiero.
Quando, in questo mondo, un uomo ha qualcosa da dire, la difficoltà non sta nel fargliela dire, ma nell'impedirgli di dirla troppo spesso.
L'ignoranza delle cose vecchie, dette e ridette, è spesso unico fondamento alla presunzione che taluni hanno di dir cose novissime.
A dirle, le cose belle non succedono.
Non ho mai paura di dire quello che ho in mente, in qualunque momento del giorno, perché sono un ribelle!
Che cosa si dice di un uomo non è importante. Il punto che conta è chi lo dice.
Sii sempre pronto a dire ciò che pensi, e il vile ti scanserà.
Perché dire con un intero libro ciò che può essere detto in due pagine? Perché dire in due pagine ciò che può essere detto in due righe? Perché dire in due righe ciò che può essere detto in due parole? Perché dire?
Dire! Saper dire! Saper esistere attraverso la voce scritta e l'immagine intellettuale! Tutto questo è quanto vale la vita.
Vi sono delle cose che è bene dire, ma che possono essere dette al momento inopportuno e alle persone non idonee.
Si deve dire tutto. La prima libertà è la libertà di dire tutto.