L'italiani sono di simulato sospiro.
È spiacevole dover parlare di avvenimenti spiacevoli: ma la chiarezza è la prima qualità di un racconto.
La mia casa di campagna mi procura più grattacapi che una suocera isterica.
Ma sognare è un fiume profondo, che precipita a una lontana sorgiva, ripùllula nel mattino di verità.
L'istante occupa uno stretto spazio fra la speranza e il rimpianto, ed è lo spazio della vita.
Le parole non bastano e sdraiarsi nel comodo letto della vanità ciarliera è come farsi smidollare da una cupa e sonnolenta meretrice.
Il popolo italiano non si considera superiore ad altri popoli, ma non è neppure inferiore agli altri popoli.
La nostra unità richiede pluralismo, sussidiarietà. Questo vale per l'Italia e anche per l'Europa.
L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono.
Nessuno, come gli italiani, sa organizzare così bene le tempeste dentro ai bicchieri d'acqua.
In Italia tutto è a mezzo.
La maternità è un grande motore che può cambiare l'Italia, perché saremo noi mamme ad allevare gli uomini di domani, figli, futuri padri e compagni, costruttori del mondo che verrà.
L'italiano non s'organizza: s'arrangia.
In Italia non si può ottenere nulla per le vie legali, nemmeno le cose legali. Anche queste si hanno per via illecita: favore, raccomandazione, pressione, ricatto ecc.
L'Italia, come dice Calvino, ricorda il lampione della storiella: l'ubriaco sta cercando la chiave sotto la lampada, un passante gli chiede se è sicuro di averla perduta proprio lì; no, risponde l'ubriaco, ma qui ci vedo.
In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti.