Nulla è più inabitabile di un posto dove siamo stati felici.
Inutile piangere. Si nasce e si muore da soli.
Gli uomini sono tutti d'accordo per frequentare le prostitute, e lì si sfogano e non dànno più noia alle altre. Dunque le rispettino.
C'è qualcosa di più assurdo dell'amore? Se lo godiamo fino all'ultimo, subito ce ne stanchiamo, disgustiamo; se lo teniamo alto per ricordarlo senza rimorsi, un giorno rimpiangeremo la nostra sciocchezza e viltà di non aver osato.
Uno di campagna è come un ubriaco. È troppo stupido per lasciarsela fare.
In genere è per mestiere disposto a sacrificarsi chi non sa altrimenti dare un senso alla sua vita.
È chiaro quindi che la pace universale è la migliore tra le cose che concorrono alla nostra felicità.
Non siamo dunque nati fuorché per sentire, qual felicità sarebbe stata se non fossimo nati?
Se la nostra condizione fosse veramente felice, non ci sarebbe bisogno di fare di tutto per non pensarci.
Gli uomini, non avendo nessun rimedio contro la morte, la miseria e l'ignoranza, hanno stabilito, per essere felici, di non pensarci mai.
La felicità non è che sia fare sempre quello che si vuole, semmai è volere sempre quello che si fa.
Non so nemmeno se esiste la felicità. Intendo dire come condizione perpetua. Credo che la felicità siano picchi che durano attimi, secondi.
Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione sine qua non di piccole e intermittenti felicità.
Altri possono conoscere il piacere, ma il piacere non è la felicità. Esso non è più importante di un'ombra segue un uomo.
Appena una persona mi dice, "mi hai reso felice! ", ti rende felice.
L'uomo non conosce altra felicità se non quella che egli si va immaginando, e poi, finita l'illusione, ricade nel dolore di sempre.