In queste parole emerge una visione profondamente disincantata del legame affettivo. Il sentimento è ridotto a conseguenza di incontri fortuiti, quasi come un effetto collaterale del caso più che un destino profondo o una scelta consapevole. Ne viene demolita l’aura romantica: ciò che molti considerano sacro e centrale nella propria esistenza viene ridimensionato, presentato come qualcosa a cui si attribuisce un peso eccessivo rispetto alla sua reale natura. L’enfasi e la retorica abitualmente riservate al legame sentimentale vengono messe in discussione con ironia amara e con un tono volutamente provocatorio. L’attenzione si sposta così verso la dimensione fisica e carnale, considerata non solo legittima ma perfino più onesta. Il piacere del corpo non viene disprezzato né coperto da giustificazioni sentimentali: è esposto come qualcosa di immediato, concreto, privo di illusioni. In questo rovesciamento di prospettiva si intravede una critica al romanticismo tradizionale, che spesso maschera bisogni e desideri sotto l’idealizzazione dell’amore. Ne nasce un confronto duro tra idealizzazione e realtà, tra sogno romantico e istinto corporeo, che invita a interrogarsi su quanto delle nostre visioni dell’amore sia costruito e quanto invece sia pura esigenza umana di compagnia, contatto e piacere. L’intervento è volutamente urtante proprio per costringere a rimettere in discussione ciò che viene dato per scontato nei rapporti affettivi.