Che tutti siano uno: per queste parole siamo nati, per l'unità, per contribuire a realizzarla nel mondo.— Chiara Lubich
Che tutti siano uno: per queste parole siamo nati, per l'unità, per contribuire a realizzarla nel mondo.
Il saper ricominciare sarà l'atto più intelligente, più costruttivo che possiamo compiere. Esso è il segreto del vero progresso spirituale.
Utilizzando un linguaggio oggi abbastanza noto, possiamo dire che l'amore non conosce «alcuna forma di discriminazione».
Ecco la grande attrattiva del tempo moderno: penetrare nella più alta contemplazione e rimanere mescolati fra tutti, uomo accanto a uomo.
Il "giogo" del Signore consiste nel caricarsi del peso degli altri con amore fraterno. Una volta ricevuto il ristoro e il conforto di Cristo, siamo chiamati a nostra volta a diventare ristoro e conforto per i fratelli, con atteggiamento mite e umile, ad imitazione del Maestro.
Qualcuno ha detto la musica è fratellanza, buona speranza allora, buona speranza.
L'amore fraterno è la testimonianza più vicina che noi possiamo dare che Gesù è con noi vivo, che Gesù è risorto.
Che tutti gli uomini debbano essere fratelli è il sogno di chi non ha fratelli.
Se si crede al principio dell'unità della famiglia umana, fondato sulla paternità di Dio Creatore, e alla fratellanza degli esseri umani, nessuna forma di pressione politica o economica che si serva della disponibilità di alimenti può essere accettabile.
Le relazioni basate sull'amore fedele, fino alla morte, come il Matrimonio, la paternità, l'essere figli, la fratellanza, si apprendono e si vivono all'interno del nucleo familiare. Quando queste relazioni formano il tessuto di una società umana, le danno coesione e consistenza.
La religione dovrebbe aiutarci a convivere insieme. Abbiamo solo un mondo, continuiamo a guardare lì se ce n'è un altro, ma non ce n'è un altro sul quale possiamo vivere; questo è il nostro mondo e quindi noi dobbiamo imparare perlomeno a vivere insieme, questo dovrebbe insegnarci una religione.
Io vedo che, quando allargo le braccia, i muri cadono. Accoglienza vuol dire costruire dei ponti e non dei muri.
I migranti sono nostri fratelli e sorelle che cercano una vita migliore lontano dalla povertà, dalla fame, dallo sfruttamento e dall'ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta, che equamente dovrebbero essere divise tra tutti.