L'attenzione precisa ai fatti è una necessaria premessa di democrazia.— Claudio Magris
L'attenzione precisa ai fatti è una necessaria premessa di democrazia.
Bene è ribadire l'oggettività del reale, in un secolo di pirandellismi, altrimenti si finisce male... Gli oggetti sono, grazie a Dio.
La cultura del «parliamone» rischia talvolta di tradursi in una verbosa retorica, in un'involontaria e involontariamente comica parodia della democrazia.
La realtà non è idillica e non risparmia problemi né ostacoli a nessuno.
Soltanto il rispetto dei valori e dei dolori che si vogliono superare consente di trascenderli; ignorarli con frettolosa sgarbatezza significa lasciarli pericolosamente fermentare nel livore represso e lasciarli incancrenire nel risentimento non risolto.
Pochi autori di questo secolo insegnano come Musil che l'unica dimensione dello scrittore è quella della verità.
Se i fatti e la teoria non concordano, cambia i fatti.
C'è chi nasconde i fatti anche a se stesso perché ha paura di dover cambiare opinione.
Le versioni dei fatti le modifichiamo continuamente, per non annoiarci.
I fatti preesistono. Noi li scopriamo, vivendoli.
Un fatto è come un sacco: vuoto, non si regge. Perché si regga, bisogna prima farci entrar dentro la ragione e i sentimenti che lo han determinato.
Alcuni fatti dovrebbero essere soppressi o, almeno, bisognerebbe osservare un giusto senso delle proporzioni nel trattarli.
Non sono i fatti a turbare gli uomini, ma le opinioni intorno ai fatti.
Un fatto vale un mondo di promesse.
I fatti non sono niente senza le loro sfumature.
Chi ricerca nei fatti l'influenza reale esercitata dalle leggi sulla sorte dell'umanità è esposto a grandi delusioni, perché non vi è niente di più difficile da valutare di un fatto.