Il maestro disse: Il prodigo è arrogante e l'avaro è meschino. È preferibile la meschinità all'arroganza.— Confucio
Il maestro disse: Il prodigo è arrogante e l'avaro è meschino. È preferibile la meschinità all'arroganza.
L'uomo virtuoso si occupa innanzitutto della difficoltà da superare, e solo in seconda battuta del successo.
Se un uomo la mattina conosce la retta via, potrà morire la sera stessa senza alcun rimpianto.
Il saggio non schiaccia gli altri con la sua superiorità; non li umilia mettendo in rilievo la loro incapacità.
Sapere ciò che è giusto e non farlo è la peggiore vigliaccheria.
I vasi vuoti fanno un grande rumore.
La persona razzista non prova il bisogno di giustificare le sue opinioni e i suoi giudizi. Ha delle certezze, si costruisce delle evidenze indiscutibili, delle verità non contestabili.
L'arrogante, mentre crede di imporsi con la forza, in realtà è schiavo di se stesso e non ha intelligenza per valutarsi e definirsi.
Ci vuole strafottenza quando si sente sparlare.
Un medico che, invece di erudizione e genio, non ha altro che arroganza, è un vero ciarlatano.
Alcuni credono di dare il senso della loro profondità coll'estensione del loro lazzaronismo.
Nel pensare a voce alta c'è sempre una certa arroganza.
Noi abbiamo la nostra arroganza. Abbiamo anche la nostra inadeguatezza. La prima è una disperata invenzione della seconda.
Il contribuente tedesco ha ragione a sentirsi spremuto per sanare errori compiuti da classi dirigenti che lui non ha eletto (i governanti degli Stati mediterranei). Però l'intera Unione si sobbarcò il conto della riunificazione tedesca attraverso alti tassi d'interesse per molti anni.
A un proprietario sfaccendato, carico di denaro, poteva anche sembrare naturale che l'intelligenza si comprasse al mercato, specialmente in un paese come la Svizzera.
Francesco Alberoni: il tuttologo del niente.