Dicono che la felicità si trova nelle piccole cose. Sapeste l'infelicità.
Le cose quando ci vai vicino, sono sempre meno peggio di come le raccontano.
Un uomo davvero imbranato è patetico. Uno che vuole fare il sicuro, ma poi ti accorgi che è un imbranato, ti fa succedere qualcosa.
Spesso la gente non ha le emozioni chiare, altro che le idee.
E vaffanculo. È questa la parola che viene istintiva quando ti capita di sentirti inaspettatamente felice, tutt'a un tratto.
La musica è una trappola, un espediente per raccontarti le cose come stanno. Ed è così rassicurante all'orecchio, così comoda da indossare, che le parole arrivano in ritardo, quasi dovessi fare uno sforzo per sentirle.
Se non ci fosse, a questo mondo, l'infelicità, ci potremmo credere in paradiso.
Dal non poter assodare cosa avvenga nell'anima di un altro, non è facile che provenga infelicità: infelicità grande invece necessariamente deriva a chi non tiene dietro ai moti dell'anima propria.
L'infelicità deve essere commisurata non tanto al male in sé, quanto al carattere di chi soffre.
Talvolta si prende come cattiva abitudine l'essere infelici.
Niuno stato è così misero, il quale non possa peggiorare; e nessun mortale, per infelicissimo che sia, può consolarsi né vantarsi, dicendo essere in tanta infelicità, che ella non comporti accrescimento.
Il segreto per essere infelice è avere abbastanza tempo per preoccuparsi se si è felici o no.
Nessuno è più infelice che la maggior parte di quelli che sono generalmente ritenuti felici.
Gli infelici valutano costantemente gli altri, criticano continuamente il loro comportamento e spesso su di loro sfogano il proprio personale malessere o fallimento.
La condizione dell'uomo poggia su buone basi: nessuno è infelice se non per sua colpa. Ti piace vivere? Vivi; se no, puoi tornare da dove sei venuto.
L'infelicità è per il nostro animo il calore che lo mantiene tenero.