Talvolta si prende come cattiva abitudine l'essere infelici.— George Eliot
Talvolta si prende come cattiva abitudine l'essere infelici.
Ciò che chiamiamo disperazione spesso non è altro che la dolorosa avidità d'una speranza non esaudita.
Ci sono molte vittorie peggiori di una sconfitta.
Se la giovinezza è la stagione della speranza, lo è spesso solo nel senso che i più anziani sono pieni di speranza per noi.
La legge è fatta per la protezione dei bricconi.
Ma ciò che chiamiamo disperazione è in realtà la dolorosa impazienza della speranza non alimentata.
L'infelicità degli uomini viene da una sola cosa, non sapersene stare in pace in una camera.
L'infelicità deve essere commisurata non tanto al male in sé, quanto al carattere di chi soffre.
Nessuno è più infelice che la maggior parte di quelli che sono generalmente ritenuti felici.
Nessuno può farti sentire infelice se tu non glielo consenti.
Chi è più infelice dell'uomo che dimentica i benefici e ricorda i torti?
L'infelicità è per il nostro animo il calore che lo mantiene tenero.
Il colmo dell'infelicità è esser felici senza saperlo.
L'origine del sentimento profondo dell'infelicità, ossia lo sviluppo di quella che si chiama sensibilità, ordinariamente procede dalla mancanza o perdita delle grandi e vive illusioni.
Meglio essere infelici sui cuscini di una Rolls Royce che sulle panchette di un tram.
L'uomo è infelice perchè incontentabile.