Chi è più infelice dell'uomo che dimentica i benefici e ricorda i torti?
Avere amici tutti sarebbe faticoso: è sufficiente non averli nemici.
Non puoi credere che uno diventi felice se rende infelici gli altri.
Dobbiamo pensare quanto più lieve dolore sia non avere che perdere: e comprenderemo che la povertà ha tanto meno materia di sofferenze quanto minore ne ha di danni.
Dev'essere proposito eguale dell'insegnante e del discepolo: che uno voglia giovare e l'altro apprendere.
I nostri progetti falliscono perché non hanno scopi. Quando un uomo non sa in quale porto sia diretto, nessun vento è quello giusto.
L'infelicità rende Dio assente agli occhi degli uomini per un certo tempo, più assente di un morto, più assente della luce in una prigione oscura.
È meglio essere infelicemente innamorati che essere infelicemente sposati. Alcuni fortunati riescono in tutte e due le faccende.
Tutta l'infelicità dell'uomo deriva dalla sua incapacità di starsene nella sua stanza da solo.
Nessuno è più infelice che la maggior parte di quelli che sono generalmente ritenuti felici.
Niuno stato è così misero, il quale non possa peggiorare; e nessun mortale, per infelicissimo che sia, può consolarsi né vantarsi, dicendo essere in tanta infelicità, che ella non comporti accrescimento.
Solo recitando la propria infelicità si può superarla.
Presso che le operazioni tutte con le quali gli uomini s'ingegnano di acquistare la felicità, sono ad essi cagione di maggiore infelicità.
Se l'infelicità ama essere in compagnia, certo essa ne trova a sufficienza.
Nessuno può vantarsi o sdegnarsi con verità dicendo: io non posso essere più infelice di quel che sono.