Il colmo dell'infelicità è esser felici senza saperlo.— Roberto Gervaso
Il colmo dell'infelicità è esser felici senza saperlo.
Nessuna moglie è così affettuosa col proprio marito come quando l'amante la trascura.
La superstizione è, in fondo, la più tangibile delle fedi.
È la coscienza dei nostri limiti che c'impedisce di superarli.
Il vizio è la virtù che ha perso la pazienza.
Quando una donna non ci ama più, il primo ad accorgersene è il suo nuovo amante.
Gli infelici valutano costantemente gli altri, criticano continuamente il loro comportamento e spesso su di loro sfogano il proprio personale malessere o fallimento.
La condizione dell'uomo poggia su buone basi: nessuno è infelice se non per sua colpa. Ti piace vivere? Vivi; se no, puoi tornare da dove sei venuto.
Chi è più infelice dell'uomo che dimentica i benefici e ricorda i torti?
Tutta l'infelicità dell'uomo deriva dalla sua incapacità di starsene nella sua stanza da solo.
Il segreto per essere infelice è avere abbastanza tempo per preoccuparsi se si è felici o no.
L'uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi.
Nessuno è più infelice che la maggior parte di quelli che sono generalmente ritenuti felici.
Niuno stato è così misero, il quale non possa peggiorare; e nessun mortale, per infelicissimo che sia, può consolarsi né vantarsi, dicendo essere in tanta infelicità, che ella non comporti accrescimento.
Nessuno può farti sentire infelice se tu non glielo consenti.
Se non ci fosse, a questo mondo, l'infelicità, ci potremmo credere in paradiso.