Il generoso sta al prodigo come il parsimonioso all'avaro.— Roberto Gervaso
Il generoso sta al prodigo come il parsimonioso all'avaro.
Il progressista guarda sempre avanti. Anche se non vede niente.
La felicità è fatta di un niente che, nell'attimo in cui lo godiamo, ci sembra tutto.
Il politico è come la donna frigida: per piacere deve fingere.
Chi non dubita di nulla è capace di tutto.
Scendere a compromessi è un modo come un altro per salire.
L'avarizia è naturale. Percorri pure tutta la città, le piazze, le case, i templi: se qualcuno affermerà di non volere più di quello che gli basti --- la natura infatti è contenta di poco --- ritieni di avere trovato la fenice.
L'avaro prova insieme tutte le preoccupazioni del ricco e tutti i tormenti del povero.
L'avarizia ci toglie il piacere di spendere, ma ci dà quello di non aver speso.
La disdetta dell'avaro è che non riesce a infilarsi nella fessura del salvadanaio.
La città è travagliata da questi due vizi: l'avarizia e la lussuria; e queste pesti hanno rovinato tutte le grandi cose dell'impero.
Gli avari sono dei contemporanei antipatici, ma dei graditissimi antenati.
La ricerca esclusiva dell'avere diventa un ostacolo alla crescita dell'essere e si oppone alla sua vera grandezza: per le nazioni come per le persone, l'avarizia è la forma più evidente del sottosviluppo morale.
Alla povertà mancano molte cose, all'avarizia tutte.
L'avaro non è buono nei confronti di nessuno, pessimo nei confronti di sé stesso.
L'avaro è senz'altro un pazzo: che senso ha, infatti, vivere da povero per morire da ricco?