La tolleranza perde l'aureola se premia la mediocrità.
La satira va somministrata con l'imparzialità d'una perfetta burocrazia: senza un occhio di riguardo per nessuno.
Cercare l'indirizzo della felicità è inutile. Cambia domicilio in continuazione.
L'arroganza si può smontare con un'arroganza più sfacciata, con un muro di ghiaccio, o con una lacrima sincera.
Dagli amici si vogliono critiche impietose che poi non si perdonano.
La dedizione spontanea e integrale non si chiama fedeltà. È semplice amore.
Negli istanti in cui la vita ci appare tollerabile, non le domandiamo di avere un senso; è la disperazione del cuore che induce lo spirito ad essere troppo esigente.
A volte la vera tolleranza richiede una forza straordinaria, che spesso siamo troppo deboli per esercitare.
La tolleranza diventa un crimine quando si applica al male.
Se riusciste a imparare ad essere tolleranti e pazienti nei confronti dei vostri nemici, allora la compassione verso gli altri esseri comincerebbe a manifestarsi con naturalezza.
Nonostante i miei reiterati inviti alla tolleranza e all'autocritica il risultato è sconfortante.
La tolleranza è come il vino: un po' fa bene, troppa è dannosa.
La ricerca di giustizia e sicurezza, la lotta per le pari opportunità, la ricerca della tolleranza e armonia, la ricerca della dignità umana, sono gli imperativi morali per cui noi dobbiamo lavorare e a cui dobbiamo pensare su base giornaliera.
L'accettazione, la tolleranza e il perdono. Queste sono lezioni che cambiano la vita.
Bisogna tollerare le nostre imperfezioni, non già amarle o accarezzarle.
La tolleranza è sempre indifferente.