La politica. Eccitante come la guerra, ma altrettanto pericolosa.
La politica è diventata così costosa che ci vogliono un sacco di soldi anche per essere sconfitti.
Politica è dire sempre «noi» e mai «io».
Sì, dobbiamo dividere il nostro tempo in questo modo, tra la nostra politica e le nostre equazioni. Ma per me le nostre equazioni sono ben più importanti, dato che la politica è qualcosa che riguarda solo il presente. Un'equazione matematica dura per sempre.
Sto delineando il mio programma politico. È appena nato un nuovo partito. Il "Partito della gente che odia la gente". È così difficile farli organizzare, però: "Gente che odia la gente, unitevi!". "Ci sarà gente?". "Sì". "Allora non posso venire...".
Il duello tra morale e politica non è stato combattuto fino in fondo, a tutt'oggi; la conclusione non potrà essere una vittoria.
Quando a una cena un'ospite gli disse che non le piaceva né la sua politica né i suoi baffi, Winston Churchill rispose, "Signora, non vedo ragione al mondo perché lei debba entrare in contatto con l'una o con gli altri".
Il compito della politica non è fare le manifestazioni ma cambiare le cose.
La politica mi pare che sia anch'essa un divertimento, talvolta terribile, comunque un divertimento.
Le donne devono cominciare prima a liberarsi delle loro catene individuali (la lotta per l'aborto, per la parità salariale, ecc.) e in 'seguito' occuparsi di politica.
Da piccolo volevo fare o il suonatore di piano in un bordello, oppure il politico. E ora posso dirvi la verità: non c'è una gran differenza.