Il passo più lungo del viaggio è quello per uscire di casa.— Enrico Brizzi
Il passo più lungo del viaggio è quello per uscire di casa.
Nessun posto è lontano. Se desiderate essere accanto a qualcuno che amate forse non ci siete già?
Questa storia l'ho progettata e decisa io. Sono sereno, non credere. Ti abbraccio e ti saluto con tutta la forza. Non lasciare che ti sottomettano. Non dimenticarmi.
Ha l'impressione di trovarsi dentro uno di quei momenti meravigliosi in cui non vuoi essere tu a scegliere e c'è solo la consapevolezza che qualunque cosa accada cavalcherai volentieri la situazione.
Sentii con una certa esattezza che quell'altalenare tra ragione e follia era l'unico modo possibile di essere.
La carta geografica, insomma, anche se statica, presuppone un'idea narrativa, è concepita in funzione d'un itinerario, è un'Odissea.
Leggere, scrivere, è dovere; viaggiare, è potere.
Non viaggio senza libri né in pace né in guerra. È il miglior viatico che abbia trovato in questo viaggio umano.
Bisogna vivere con questa convinzione: non sono nato per un solo cantuccio, la mia patria è il mondo intero.
Posare i piedi sul medesimo suolo per tutta la vita può provocare un pericoloso equivoco, farci credere che quella terra ci appartenga.
Quando si è in viaggio, ricordate che un paese straniero non è progettato per farvi stare comodo. È stato progettato per rendere comodo il proprio popolo.
Viaggiare ha senso solo se si torna con una qualche risposta nella valigia.
Nessuno torna in Congo se non è costretto a farlo.
Perché ti stupisci se viaggiare non ti serve? Porti in giro te stesso. Ti perseguitano i medesimi motivi che ti hanno fatto fuggire.
Se ripenso alla mia vita, se penso a un premio, rivedo quel viaggio. Una felicità fatta di nulla, insperata e profonda. Era come se il cielo, quel cielo grigiastro e anonimo, ci stesse risarcendo!