La bigamia è avere un marito di troppo, la monogamia anche.
Guardati dall'uomo che sa cucinare, ti lascerà la cucina piena di pentole unte.
Posso vivere senza tutto questo: l'amore con la sua pompa del sangue, il sesso con i suoi squallidi appetiti, uomini che si pavoneggiano col loro attrezzo, il loro sciocco bagaglio sessuale, le loro lingue umide nelle mie orecchie.
C'è chi scambia l'amicizia per compassione e non vuole accettare aiuto per paura di passare per debole.
Due persone che si sorreggono come contrafforti sospesi. Due persone che dipendono l'una dall'altra, si coccolano a vicenda e si difendono l'un l'altra dal mondo esterno.
Alcuni considerano il vizio una virtù come se il vizio ben fatto fosse esso stesso virtù, mentre una virtù mal fatta fosse l'essenza del vizio.
Ci sono tante donne no, che se vogliono vivere in pace con il proprio marito, devono dargli da bere! E sempre stato così! Quando un uomo è sobrio si accorge di avere una coscienza, e allora diventa un disgraziato!
Così sono le donne: prima di sposarlo, vogliono che il marito sia un genio. Quando l'hanno sposato, vogliono che sia un babbeo.
Un marito è ciò che resta di un amante, una volta tolto il nerbo.
I mariti delle donne particolarmente belle appartengono alla malavita.
Ci si sposa sempre troppo presto quando ci si piglia un cattivo marito, e non ci si sposa mai troppo tardi quando se ne piglia uno buono.
In gran parte i mariti sono come li fanno le mogli.
Non c'è cacciatore che non vanti il suo cane, non c'è vignaiolo che non vanti il suo vino, non cavaliere che non vanti il suo nastro. Ma pochi sono i mariti gloriosi delle lor mogli.
Ha bimbi? No, salvo il marito.
È molto difficile far felice il proprio marito; è più facile far felice il marito di un'altra.