L'atteggiamento implicito nel consumismo è quello dell'inghiottimento del mondo intero.— Erich Fromm
L'atteggiamento implicito nel consumismo è quello dell'inghiottimento del mondo intero.
L'incertezza è la condizione perfetta per incitare l'uomo a scoprire le proprie possibilità.
Finché ciascuno aspira ad avere di più, non potranno che formarsi classi, non potranno che esserci scontri di classe e, in termini globali, guerre internazionali. Avidità e pace si escludono a vicenda.
L'atto di disobbedienza, in quanto atto di libertà, è l'inizio della ragione.
Rinunciare alla spontaneità e all'individualità significa soffocare la vita.
La democrazia può resistere alla minaccia autoritaria soltanto a patto che si trasformi, da "democrazia di spettatori passivi", in "democrazia di partecipanti attivi", nella quale cioè i problemi della comunità siano familiari al singolo e per lui importanti quanto le sue faccende private.
I consumatori moderni possono etichettare sé stessi con questa formula: io sono ciò che ho e ciò che consumo.
Per permettere alla società dei consumi di continuare il suo carosello diabolico sono necessari tre ingredienti: la pubblicità, che crea il desiderio di consumare, il credito, che ne fornisce i mezzi, e l'obsolescenza accelerata e programmata dei prodotti, che ne rinnova la necessità.
Il consumatore è un eterno lattante che strilla per avere il poppatoio: una condizione che assume ovvia evidenza in fenomeni patologici come l'alcolismo e l'assuefazione alle droghe.
Una società di consumatori non saprà mai prendersi cura di un mondo e delle cose pertinenti in esclusiva allo spazio delle apparenze terrene, perché la sua posizione fondamentale verso tutti gli oggetti, consumare significa la rovina di tutto ciò che tocca.
Oggi il consumatore è la vittima del produttore, che gli rovescia addosso una massa di prodotti ai quali deve trovar posto nella sua anima.