Morire è tremendo, ma l'idea di morire senza aver vissuto è insopportabile.
Nel nostro tempo, le principali via sociali in fuga sono la sottomissione a un capo, come è accaduto nei paesi fascisti, e il conformismo ossessivo, che prevale nella nostra democrazia.
L'uomo moderno pensa di perdere qualcosa del tempo quando non fa le cose in fretta. Però non sa che farsene del tempo che guadagna, tranne ammazzarlo.
L'avidità è un pozzo senza fondo, che esaurisce la persona nello sforzo incessante di soddisfare il bisogno senza mai raggiungere la soddisfazione.
Se le qualità che uno ha, non servono, egli non ne possiede alcuna.
L'amore immaturo dice: ti amo perché ho bisogno di te. L'amore maturo dice: ho bisogno di te perché ti amo.
Ognuno deve morire, è vero, ma io ho sempre pensato che sarebbe stata fatta un'eccezione nel mio caso. E ora, che succede?
Non è vero che la morte ci giunge come un'esperienza in cui siamo tutti novellini, come dice Montaigne. Tutti prima di nascere eravamo morti.
Nella vita l'unica cosa certa è la morte, cioè l'unica cosa di cui non si può sapere nulla con certezza.
Molte persone hanno così tanta paura di morire da non riuscire a vivere.
La morte non è niente per noi. Ciò che si dissolve non ha più sensibilità, e ciò che non ha sensibilità non è niente per noi.
Spero che l'uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più.
Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata.
La morte è scrutata solo da occhi viventi.
La pena di morte, così come la si applica, è una disgustosa macelleria, un oltraggio inflitto alla persona e al corpo.
La prima e più saliente contrapposizione è tra uomini e donne; la seconda, fra i vivi e i morti; la terza, fra amici e nemici.
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