La rivoluzione non è una mela che cade quando è matura. Devi farla cadere.
Qualora un governo sia salito al potere attraverso qualche forma di consultazione popolare, fraudolenta o no, e si mantenga almeno un'apparenza di legalità costituzionale, è impossibile che l'impulso alla guerriglia si produca, poiché non tutte le possibilità di lotta politica si sono esaurite.
La donna che dopo una lite chiude la propria porta dall'interno, non temiate che si suicidi: si sta provando un cappello.
Il guerrigliero è un riformatore sociale il quale impugna le armi per rispondere all'irata protesta del popolo contro l'oppressore e lotta per cambiare il regime sociale colpevole di tenere i suoi fratelli inermi nell'ombra e nella miseria.
Hasta la victoria siempre. Patria o muerte.
O siamo capaci di sconfiggere le opinioni contrarie con la discussione, o dobbiamo lasciarle esprimere. Non è possibile sconfiggere le opinioni con la forza, perché questo blocca il libero sviluppo dell'intelligenza.
Per fare una rivoluzione ci vogliono due cose: qualcuno o qualcosa contro cui rivoltarsi e qualcuno che si presenti e faccia la rivoluzione.
Tutti gli uomini riconoscono il diritto alla rivoluzione, quindi il diritto di rifiutare l'obbedienza, e d'opporre resistenza al governo, quando la sua tirannia o la sua inefficienza siano grandi ed intollerabili.
La rivoluzione consiste nell'amare un uomo che ancora non esiste.
La rivoluzione è la festa degli oppressi e degli sfruttati.
Forse una rivoluzione potrà sì determinare l'affrancamento da un dispotismo personale e da un'oppressione avida di guadagno e di potere, ma mai una vera riforma del modo di pensare.
Ogni rivoluzione evapora, lasciando dietro solo la melma di una nuova burocrazia.
Le rivoluzioni non sono sciocchezze, ma dalle sciocchezze hanno origine.
Nessuna grande rivoluzione, come la storia dimostra, si è compiuta senza guerra civile.
Gli inferiori si ribellano per poter essere uguali e gli uguali per poter essere superiori. È questo lo stato d'animo da cui nascono le rivoluzioni.
I rivoluzionari sono più formalisti dei conservatori.