In una rivoluzione, se è vera, si vince o si muore.
Il sangue del popolo è il nostro tesoro più sacro, ma è necessario versarlo per impedire che in futuro ne venga sparso di più.
Molto più importante di una buona remunerazione è l'orgoglio di servire il prossimo.
Non sono un Libertador. I Libertadores non esistono. Sono i popoli che si liberano da sé.
La rivoluzione non è una mela che cade quando è matura. Devi farla cadere.
Ogni grande impresa richiede passione e la rivoluzione richiede passione e audacia in grandi dosi.
Esiste un'unica rivoluzione possibile ed è quella che si fa da soli, quella che avviene nell'individuo, che si sviluppa in lui con lentezza, con pazienza, con disubbidienza!
Le rivoluzioni sono paragonabili ai letami più ributtanti che promuovono la crescita dei più bei vegetabili.
Non basta sganasciare la dirigenza politico-economico-social-divertentistica italiana. La rivoluzione deve cominciare in interiore homine. Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a quelli che ha.
Il rivoluzionario che ha successo è uno statista, quello che non ha successo un criminale.
Nessuna grande rivoluzione, come la storia dimostra, si è compiuta senza guerra civile.
La rivoluzione ha come obiettivo delle nuove istituzioni. La rivolta ci porta a non lasciarci più amministrare ma ad amministrare da soli. La rivolta non attende le meraviglie delle istituzioni future. Essa è una lotta contro ciò che esiste. Una volta riuscita, ciò che esiste crolla da solo.
Ogni rivoluzione evapora, lasciando dietro solo la melma di una nuova burocrazia.
Non potrà esserci nessuna rivoluzione di massa finché non vi sarà una rivoluzione personale, a livello individuale.
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