Quelli della generazione del sessantotto pensavano che la rivoluzione fosse un caffè istantaneo.
Si deve smantellare la serietà degli avversari con il riso, e il riso avversare con la serietà.
Tale è la forza del vero che, come il bene, è diffusivo di sé.
Mike Bongiorno convince il pubblico, con un esempio vivente e trionfante, del valore della mediocrità.
Quando il terrorismo perde, non solo non fa la rivoluzione ma agisce come elemento di conservazione, ovvero di rallentamento dei processi di cambiamento.
Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.
La rivoluzione consiste nell'amare un uomo che ancora non esiste.
Non si può fare una rivoluzione portando i guanti di seta.
Per un vero rivoluzionario il pericolo più grave, fors'anche l'unico, è l'esagerazione rivoluzionaria.
Il rivoluzionario crede nell'uomo, negli esseri umani. Chi non crede nell'essere umano, non è rivoluzionario.
In tempi di rivoluzione un soldato non deve mai disperare di nulla quando ha perseveranza e coraggio.
Il processo rivoluzionario è intrinsecamente il miglior programma di sanità pubblica possibile.
Non basta sganasciare la dirigenza politico-economico-social-divertentistica italiana. La rivoluzione deve cominciare in interiore homine. Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a quelli che ha.
Colui che attende una rivoluzione sociale pura non la vedrà mai, egli è un rivoluzionario a parole che non capisce la vera rivoluzione.
Le rivoluzioni sono paragonabili ai letami più ributtanti che promuovono la crescita dei più bei vegetabili.
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