Nessun vero rivoluzionario muore invano.
Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni epoca e in ogni circostanza, ma mai, senza lotta, si potrà avere la libertà.
Condannatemi, non importa, la storia mi assolverà.
Le idee non hanno bisogno di armi, se sono in grado di convincere le grandi masse.
I problemi passano, i popoli restano.
Il peggiore dei sacrilegi è il ristagno del pensiero.
La rivoluzione consiste nell'amare un uomo che ancora non esiste.
Il rivoluzionario che ha successo è uno statista, quello che non ha successo un criminale.
Il guerrigliero è un riformatore sociale, il quale impugna le armi per rispondere all'irata protesta del popolo contro l'oppressore e lotta per cambiare il regime sociale colpevole di tenere i suoi fratelli inermi nell'ombra e nella miseria.
Gli inferiori si ribellano per poter essere uguali e gli uguali per poter essere superiori. È questo lo stato d'animo da cui nascono le rivoluzioni.
Tutte le rivoluzioni moderne hanno avuto per risultato un rafforzamento del potere statale.
Per fare una frittata bisogna rompere delle uova.
Tutti gli uomini riconoscono il diritto alla rivoluzione, quindi il diritto di rifiutare l'obbedienza, e d'opporre resistenza al governo, quando la sua tirannia o la sua inefficienza siano grandi ed intollerabili.
Non basta sganasciare la dirigenza politico-economico-social-divertentistica italiana. La rivoluzione deve cominciare in interiore homine. Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a quelli che ha.
Le grandi rivoluzioni d'ordine spirituale, che mutarono l'aspetto del mondo, si possono solo pensare e realizzare quali lotte titaniche di singole figure, non mai quali imprese di coalizione.