Non si può fare una rivoluzione portando i guanti di seta.
Non è il censo, né l'origine nazionale, né il sesso, né la carica o il grado, ma sono le capacità personali di ogni cittadino che determinano la sua posizione nella società.
Per distruggere l'inevitabilità delle guerre è necessario distruggere l'imperialismo.
Nell'esercito sovietico ci vuole più coraggio a ritirarsi che ad avanzare.
Colpisci uno per insegnare a cento.
L'antisemitismo è la più pericolosa sopravvivenza del cannibalismo.
La rivoluzione ha come obiettivo delle nuove istituzioni. La rivolta ci porta a non lasciarci più amministrare ma ad amministrare da soli. La rivolta non attende le meraviglie delle istituzioni future. Essa è una lotta contro ciò che esiste. Una volta riuscita, ciò che esiste crolla da solo.
Rivoluzionario è chi non accetta il dato naturale e storico e vuole cambiarlo.
Ogni grande impresa richiede passione e la rivoluzione richiede passione e audacia in grandi dosi.
La rivoluzione la intendo come una forza propulsiva, come il convergere di alcune situazioni storiche che determinano l'esplosione di tutte le valvole di sicurezza. La rivoluzione è un avvenimento che cambia il mondo.
Quando il cittadino si rifiuta di obbedire, e l'ufficiale dà le dimissioni dal suo incarico, allora la rivoluzione è compiuta.
La rivoluzione del mondo, passa attraverso la rivoluzione dell'individuo.
Ogni movimento rivoluzionario è romantico, per definizione.
Le rivoluzioni distruggono tutto in un istante e non ricostruiscono se non col lungo avvenire.
Non sono gli uomini che guidano la rivoluzione, è la rivoluzione che guida gli uomini.
Forse una rivoluzione potrà sì determinare l'affrancamento da un dispotismo personale e da un'oppressione avida di guadagno e di potere, ma mai una vera riforma del modo di pensare.