La rivoluzione consiste nell'amare un uomo che ancora non esiste.
Una sola frase basterà a descrivere l'uomo moderno: egli fornicava e leggeva i giornali.
Un capo, una persona, significano un padrone e milioni di schiavi.
Uccidersi, in un certo senso è come nel melodramma, è confessare: confessare che si è superati dalla vita o che non la si è compresa.
Tutte le rivoluzioni moderne hanno avuto per risultato un rafforzamento del potere statale.
Quando saremo tutti colpevoli, sarà la democrazia.
I rivoluzionari sono più formalisti dei conservatori.
Chi provoca o fa una rivoluzione, appena ha ottenuto il suo scopo, diventa un conservatore.
Non basta sganasciare la dirigenza politico-economico-social-divertentistica italiana. La rivoluzione deve cominciare in interiore homine. Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a quelli che ha.
Il processo rivoluzionario è intrinsecamente il miglior programma di sanità pubblica possibile.
Rivoluzionario è chi non accetta il dato naturale e storico e vuole cambiarlo.
Nessuna grande rivoluzione, come la storia dimostra, si è compiuta senza guerra civile.
La rivoluzione non è una mela che cade quando è matura. Devi farla cadere.
Quelli che rendono impossibili le rivoluzioni pacifiche rendono le rivoluzioni violente inevitabili.
La rivoluzione la intendo come una forza propulsiva, come il convergere di alcune situazioni storiche che determinano l'esplosione di tutte le valvole di sicurezza. La rivoluzione è un avvenimento che cambia il mondo.
Rivoluzione. In campo politico viene così chiamato il brusco passaggio da una forma a un'altra di malgoverno.