Il contrario di un popolo civilizzato è un popolo creatore.
La tentazione comune a tutte le intelligenze: il cinismo.
Un romanzo non è mai altro che una filosofia tradotta in immagini.
Troppe persone hanno deciso di rinunciare alla generosità in modo da mettere in pratica la carità.
La verità come la luce accieca. La menzogna, invece, è un bel crepuscolo, che mette in valore tutti gli oggetti.
Quando scoppia una guerra, la gente dice: "Non durerà, è cosa troppo stupida". E non vi è dubbio che una guerra sia davvero troppo stupida, ma questo non le impedisce di durare.
Non vi è condizione peggiore per un popolo di quella di divenire soggetto ad un altro popolo.
Il popolo capisce poco ciò che è grande, cioè: la creazione. Ma esso ha comprensione per tutti gli attori e i commedianti delle grandi cause.
Che cosa non si è fatto davanti ai nostri occhi, o anche non proprio davanti ai nostri occhi, in nome del "popolo", che non si sarebbe potuto fare in nome di Dio o dell'umanità o del diritto!
Il popolo freme, sussurra, si accalca, brontola, strepita, acclama, fischia, deride, dileggia, minaccia, ondeggia, schiamazza, si indigna, avanza. E poi torna a casa per cena.
Il popolo ha ragione quando giudica per conto proprio; ha torto quando si fida delle sue guide cieche.
Il popolo deve stare allerta e vigile. Non deve lasciarsi provocare, né lasciarsi massacrare, ma deve anche difendere le sue conquiste. Deve difendere il diritto a costruire con il suo impegno una vita degna e migliore.
Al popolo non resta che un monosillabo per affermare e obbedire. La sovranità gli viene lasciata solo quando è innocua o è reputata tale, cioè nei momenti di ordinaria amministrazione.
La salute del popolo sia la suprema delle leggi.
La sovranità del popolo è inalienabile.
Quelli che cercano di guidare il popolo possono farlo soltanto seguendo la plebe.