Il destino dei popoli è determinato dal loro carattere e non dai loro governi.— Gustave Le Bon
Il destino dei popoli è determinato dal loro carattere e non dai loro governi.
I libri di storia vanno considerati come opere di pura immaginazione. Sono racconti fantastici di fatti mal osservati, accompagnati da spiegazioni inventate a cose fatte. Se il passato non ci avesse trasmesso le sue opere letterarie, artistiche e monumentali, non conosceremmo nulla di vero.
Un'opinione può avere origini emotive, mistiche o razionali. L'origine razionale è la più rara.
Se l'ateismo si propagasse diventerebbe una religione non meno intollerante di quelle antiche.
Non si è padroni dei propri desideri, lo si è spesso della propria volontà.
Un crimine generalizzato diviene ben presto un diritto.
Quelli che cercano di guidare il popolo possono farlo soltanto seguendo la plebe.
Al popolo non resta che un monosillabo per affermare e obbedire. La sovranità gli viene lasciata solo quando è innocua o è reputata tale, cioè nei momenti di ordinaria amministrazione.
Il popolo freme, sussurra, si accalca, brontola, strepita, acclama, fischia, deride, dileggia, minaccia, ondeggia, schiamazza, si indigna, avanza. E poi torna a casa per cena.
Il popolo capisce poco ciò che è grande, cioè: la creazione. Ma esso ha comprensione per tutti gli attori e i commedianti delle grandi cause.
Per la salute dei popoli il morbo più temibile è l'ambizione dei governanti.
Il popolo deve stare allerta e vigile. Non deve lasciarsi provocare, né lasciarsi massacrare, ma deve anche difendere le sue conquiste. Deve difendere il diritto a costruire con il suo impegno una vita degna e migliore.
Il popolo non può capire la burocrazia: può solo adorare gli idoli nazionali.
La salute del popolo sia la suprema delle leggi.
Che cosa non si è fatto davanti ai nostri occhi, o anche non proprio davanti ai nostri occhi, in nome del "popolo", che non si sarebbe potuto fare in nome di Dio o dell'umanità o del diritto!