La salute del popolo sia la suprema delle leggi.— Marco Tullio Cicerone
La salute del popolo sia la suprema delle leggi.
Se vogliamo godere della pace, bisogna fare la guerra.
L'uso continuo dedicato ad una cosa, spesso vince l'ingegno e l'arte.
Non esiste dovere più indispensabile di quello che impone di restituire una gentilezza.
La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, nunzio dell'antichità.
Bisogna scegliere chi si vuole amare.
Per la salute dei popoli il morbo più temibile è l'ambizione dei governanti.
Il popolo non può capire la burocrazia: può solo adorare gli idoli nazionali.
Il popolo è fatto di molti vuoti zeri, cui volentieri s'aggiunge chi si sente una cifra.
Non vi è condizione peggiore per un popolo di quella di divenire soggetto ad un altro popolo.
La sovranità del popolo è inalienabile.
Il popolo ha ragione quando giudica per conto proprio; ha torto quando si fida delle sue guide cieche.
Il popolo freme, sussurra, si accalca, brontola, strepita, acclama, fischia, deride, dileggia, minaccia, ondeggia, schiamazza, si indigna, avanza. E poi torna a casa per cena.
Non sono i popoli a dover aver paura dei propri governi, ma i governi che devono aver paura dei propri popoli.
Che cosa non si è fatto davanti ai nostri occhi, o anche non proprio davanti ai nostri occhi, in nome del "popolo", che non si sarebbe potuto fare in nome di Dio o dell'umanità o del diritto!
Quelli che cercano di guidare il popolo possono farlo soltanto seguendo la plebe.