Se i popoli si conoscessero meglio, si odierebbero di più.
Uccide la suocera scambiandola per la moglie.
Occhio ai corruttori di minoranze.
Gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso dei vincitori.
Basta alzarsi una mattina alle sette e uscire per capire che abbiamo sbagliato tutto.
Non sono i popoli a dover aver paura dei propri governi, ma i governi che devono aver paura dei propri popoli.
Al popolo non resta che un monosillabo per affermare e obbedire. La sovranità gli viene lasciata solo quando è innocua o è reputata tale, cioè nei momenti di ordinaria amministrazione.
Il contrario di un popolo civilizzato è un popolo creatore.
Il popolo capisce poco ciò che è grande, cioè: la creazione. Ma esso ha comprensione per tutti gli attori e i commedianti delle grandi cause.
Il popolo non può capire la burocrazia: può solo adorare gli idoli nazionali.
Che cosa non si è fatto davanti ai nostri occhi, o anche non proprio davanti ai nostri occhi, in nome del "popolo", che non si sarebbe potuto fare in nome di Dio o dell'umanità o del diritto!
Il popolo non deve farsi annientare né crivellare, ma non può nemmeno umiliarsi.
Per la salute dei popoli il morbo più temibile è l'ambizione dei governanti.
Quelli che cercano di guidare il popolo possono farlo soltanto seguendo la plebe.
Il popolo freme, sussurra, si accalca, brontola, strepita, acclama, fischia, deride, dileggia, minaccia, ondeggia, schiamazza, si indigna, avanza. E poi torna a casa per cena.