Il popolo freme, sussurra, si accalca, brontola, strepita, acclama, fischia, deride, dileggia, minaccia, ondeggia, schiamazza, si indigna, avanza. E poi torna a casa per cena.
Gli amici dei miei amici sono amici loro.
A volte la vita mi sembra una foresta ricolma di segni impossibili da decifrare. Altri giorni mi sveglio, e vado a giocare a golf.
Il fumo uccide. Ma la vita mica scherza.
Creatività è tutto ciò che non esisteva prima di averci pensato.
Io sono nessuno. Nessuno è perfetto.
Il popolo è fatto di molti vuoti zeri, cui volentieri s'aggiunge chi si sente una cifra.
La sovranità del popolo è inalienabile.
Il popolo non deve farsi annientare né crivellare, ma non può nemmeno umiliarsi.
Quelli che cercano di guidare il popolo possono farlo soltanto seguendo la plebe.
La natura dei popoli è prima cruda, poi severa, quindi benigna, appresso delicata, finalmente dissoluta.
Il popolo capisce poco ciò che è grande, cioè: la creazione. Ma esso ha comprensione per tutti gli attori e i commedianti delle grandi cause.
Il popolo ha ragione quando giudica per conto proprio; ha torto quando si fida delle sue guide cieche.
Non vi è condizione peggiore per un popolo di quella di divenire soggetto ad un altro popolo.
Appellarsi invece al popolo significa costruire un figmento: siccome il popolo in quanto tale non esiste, il populista è colui che si crea una immagine virtuale della volontà popolare.
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