Gli italiani odiano lo Stato.
La sola innocenza possibile è quella che ti fa scordare la terribilità della morte perché è anch'essa un atto della tua vita.
Se si riesce a mettere insieme l'io e il tu dell'amore con il noi dell'amicizia, allora si realizza il miracolo della vita piena.
Si diventa veramente saggi distaccandosi dal peso del potere e acquistando in leggerezza.
L'allegria arriva se stai contento in tua compagnia e questo accade quando l'immagine di te è proporzionata e rispondente alle tue reali capacità.
Noi giochiamo il senso della nostra vita ad un tavolo dove sono presenti i nostri istinti sotto forma delle icone che li rappresentano: Eros, il signore dei desideri; Narciso, l'amore verso di sé; il Caso, la fatalità; Edipo, la trasgressione. E infine la Morte.
Essere italiani è un lavoro a tempo pieno.
L'Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo.
È tempo che anche l'Italia vada annoverata fra le nazioni libere e potenti.
In Italia, tutti sono estremisti per prudenza.
D'Italica forza possente sia la stirpe di Roma.
Sono il pio Enea, noto per fama oltre i cieli, e con la flotta mi porto appresso i Penati scampati al nemico. Cerco la patria Italia e gli avi miei, nati dal sommo Giove.
Una vecchia battuta diceva che in Italia tra riformisti e rivoluzionari non c'è gran differenza: i primi non fanno le riforme, i secondi non fanno le rivoluzioni.
Penso che un giocatore italiano meriti di giocare in nazionale, mentre chi non è nato in Italia, anche se ha dei parenti, credo non lo meriti. È la mia opinione.
Raccontare ai giornalisti stranieri la politica culturale italiana non è cosa semplice. Bisogna prima di tutto cercare di non ridere.
Tutto è in ritardo in Italia quando si tratta di cominciare un lavoro. Tutto è in anticipo quando si tratta di smetterlo.