I'vo gridando: pace, pace, pace.— Francesco Petrarca
I'vo gridando: pace, pace, pace.
Vino o vinello che è antidoto alla lussuria e conforto alla temperanza.
O ciechi, il tanto affaticar che giova? Tutti torniamo a la grande madre antica, E il nome nostro a pena si ritrova.
Sono posseduto da una passione inesauribile che finora non ho potuto né voluto frenare. Non riesco a saziarmi di libri.
L'oro, l'argento, i gioielli, la ricca veste, il palazzo di marmo, il bel podere, i dipinti, il destriero dall'elegante bardatura, e le altre cose del genere, recano con sé un godimento inerte e superficiale; i libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi.
Il bel paese ch'Appennin parte e 'l mar circonda e l'Alpe.
Matrimonio = guerra e necessità; vita da single = pace e prosperità.
La pace ha le sue vittorie, non meno celebri di quelle della guerra.
La pace non è una paradisiaca condizione originaria, né una forma di convivenza regolata dal compromesso. La pace è qualcosa che non conosciamo, che soltanto cerchiamo e immaginiamo. La pace è un ideale.
Un giorno verrà la pace con l'ultima stanchezza, e la terra madre mi accoglierà in sé.
Se la pace non può essere mantenuta con onore, non sarà una pace duratura.
La produzione di armi garantisce posti di lavoro; la pace è quindi uno stato asociale.
Il problema della guerra e della pace sarà radicalmente diverso il giorno in cui le donne contribuiranno con lo stesso peso dell'uomo alle sorti del genere umano. Le madri e le mogli hanno una sola risposta a questo problema: la pace.
La pace deve essere ben più dell'assenza di guerra.
La pace generale è una chimera.
Non troverai mai la pace finché essa non diventerà una componente dell'attività stessa.