L'ordine è quel che v'è di più raro nelle operazioni dello spirito.
Il più sfortunato di tutti gli uomini è colui che crede di esserlo.
Più siamo perfetti, più diventiamo calmi e gentili verso i difetti degli altri.
La vita si rivela un autore scadente: ci sono le parole e ci sono i sentimenti, ma manca l'ordine.
Da dove proviene l'ordine e la bellezza che vediamo nel mondo?
Oggi gli uomini cercano Dio non per l'ordine che trovano nell'Universo ma per il disordine che trovano in se stessi.
Se tutto converge all'uno, si mette per forza in ordine; il disordine c'è quando non c'è un «uno» verso cui, in funzione di cui andare.
Il governo dell'uomo da parte dell'uomo, sotto qualsivoglia nome si mascheri, è oppressione; la più alta perfezione della società si trova nell'unione dell'ordine e dell'anarchia.
Non c'è ordine nel mondo salvo quello imposto dalla morte.
L'Amore per principio e l'Ordine per fondamento; il Progresso per fine.
Da grande sofferenza scaturì una soluzione: luoghi idilliaci in cui il disordine divenne armonia.
Gli eufemismi del ragionamento ortodosso (la gente semplice, le classi modeste) esprimono molto bene il concetto essenziale, ovvero la sottomissione all'ordine stabilito.