L'amore e l'odio non sono ciechi, bensì accecati dal fuoco che covano dentro.

Friedrich Nietzsche
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La nostra interpretazione

L’esperienza dell’amore e dell’odio viene mostrata come qualcosa che non nasce dall’assenza di percezione, ma dall’eccesso di passione. Non si tratta di sentimenti ciechi in sé, bensì di stati interiori talmente intensi da deformare il modo in cui si vede il mondo e le persone. L’individuo non smette di vedere, ma vede attraverso una fiamma interiore che altera proporzioni, sfumature, intenzioni. Quando si ama o si odia profondamente, si tende a ingigantire pregi o difetti, a proiettare desideri, paure e rancori sull’altro, scambiando questa visione distorta per verità assoluta. Questa riflessione invita a considerare quanto i sentimenti profondi possano condizionare il giudizio e la libertà interiore. L’ardore emotivo diventa una sorta di lente che può travisare la realtà, trasformando l’altro in un ideale irraggiungibile o in un nemico assoluto. Ne emerge un richiamo alla consapevolezza: riconoscere il “fuoco” interno permette di non esserne dominati, di distinguere meglio la persona reale dalle proiezioni, e di comprendere che la forza di questi sentimenti non è garanzia di verità, ma spesso di vulnerabilità e parzialità nello sguardo.

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