Il crimine è una sorta di malattia e dovrebbe essere trattato come tale.
La libertà e la democrazia diventano scellerate quando hanno le mani imbrattate del sangue degli innocenti.
Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere.
Il mio obiettivo è l'amicizia con il mondo intero, e io posso conciliare il massimo amore con la più severa opposizione all'ingiustizia.
Il cibo animale è inadatto a chi miri al controllo delle proprie passioni.
La purezza di mente e la pigrizia sono incompatibili.
L'Italia non è fusa nemmeno nel male; tra noi, più che altrove, anche la criminalità è regionale: essa è di corruzione e di astuzia nel Settentrione, di violenza e di miseria nel Mezzogiorno.
Non ci sono gesti, parole, sospiri che non contengano la somma di tutti i crimini che hanno commesso e commettono gli esseri umani.
La storia della politica del potere non è nient'altro che la storia del crimine nazionale e internazionale e dell'assassinio di massa.
Il crimine è una cosa comune. La logica è rara. Tuttavia è sulla logica che si dovrebbe insistere.
Se la povertà è madre del crimine, la stupidità ne è il padre.
I cattolici e i comunisti hanno commesso grandi crimini, ma alla fine non si sono fatti da parte, come in una società costituita, e sono rimasti indifferenti.
La cura per il crimine non è la sedia elettrica, ma il seggiolone.
La singolarità è quasi invariabilmente un indizio. Quanto più un crimine è banale e comune, tanto più difficile è comprenderlo.
Le ragioni che fanno sì che ci si astenga dai crimini sono più vergognose, più segrete dei crimini.
Il crimine contiene l'enigma, così profondo come la salvezza medesima.