La storia è sempre l'interpretazione del presente.
In tre tempi si divide la vita: nel presente, passato e futuro. Di questi, il presente è brevissimo; il futuro, dubbioso: il passato, certo.
Io vivo un giorno alla volta. Ogni giorno cerco un nucleo di eccitazione. Alla mattina mi dico: 'qual è la mia cosa eccitante per la giornata?' Poi vivo quella giornata. Non chiedetemi del domani.
Le persone possono decidere solo fino a un certo punto cosa tenere e cosa lasciare. Proprio per questo tutto quello che possiamo fare è stare a guardare cosa succede nel presente.
Il futuro dipende da ciò che facciamo nel presente.
L'avvenire non è un probabile dono del ciclo, ma è reale, legato al presente come una sbarra di ferro, immersa nel buio, alla sua punta illuminata.
Il passato è andato e il futuro potrebbe anche non essere, la sola cosa che possiamo sperimentare è l'adesso, io cerco di godermi il minuto.
I bambini si godono il presente perché non hanno né un passato né un futuro.
Lo svantaggio degli uomini che non conoscono il passato è che essi non conoscono il presente. La storia è una collina o un punto favorevole d'osservazione, soltanto dal quale gli uomini vedono la città in cui vivono o il tempo in cui stanno vivendo.
Perché il passato non si seppellisce da solo invece di star lì ad aspettare di essere ammirato dal presente?
Il presente è il limite indivisibile che separa il passato dall'avvenire.