Il passato lo padroneggio niente male. È il presente che non capisco.
Non gliene fregava molto di nulla, e questo gli avrebbe garantito una lunga esistenza senza depressione.
Vorrei che la mia vita fosse come una canzone di Bruce Springsteen. Almeno per una volta.
Un giorno, magari non nelle prossime settimane, ma di certo in un futuro possibile, qualcuno sarà in grado di rivolgersi a me senza infilare la parola «stronzo» in qualche punto della frase.
Una casa dovrebbe essere una casa, no? Un posto dove gli altri li conosci.
La vita era come l'aria. Sembrava che non ci fosse alcun modo di lasciarla fuori, o tenerla a distanza, e tutto quel che si poteva fare era viverla e respirarla.
È un peccato giudicare una persona solo sulla base di quello che un giorno potrebbe diventare. Io preferisco di gran lunga concentrarmi su quello che è adesso.
Da una muraglia nera una finestra azzurra vuota come l'occhio stesso del passato guarda il panorama melanconico roseo di sole nascente.
La vita non è una gara ma un viaggio da assaporarsi in ogni suo passo lungo il percorso. Ieri è storia, domani è mistero e oggi è un dono: è perciò che lo chiamiamo - il Presente.
Ognuno ha la percezione che "adesso" è uno di quei momenti in cui stiamo influenzando il futuro.
Il passato si nutre dei minuti presenti.
Siamo qui, tra un ieri e un domani, e ci struggiamo tanto per capire. Ma sappiamo poco, quasi niente. Il guaio enorme è che, probabilmente, nessuno riuscirà mai a sapere tutto. Nemmeno voi, nemmeno i vostri più lontani nipoti.
Nessuno si è mai veramente sentito felice nel presente, a meno che non fosse ubriaco.
Il presente è il lato assolutamente doloroso dell'esistenza, ma soltanto provvisorio.
L'acqua che tocchi de' fiumi è l'ultima di quelle che andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente.
Il passato come il presente sono due statue incomplete: una è stata estratta tutta mutilata dagli avanzi dell'età, l'altra invece non ha ancora ricevuto la sua completa perfezione dall'avvenire.