In prosa, la cosa peggiore che si può fare con le parole è arrendervisi.— George Orwell
In prosa, la cosa peggiore che si può fare con le parole è arrendervisi.
A un membro del Partito non è consentito spostarsi di un millimetro dalla linea fissata, neanche in questioni del tutto irrilevanti.
Per quanto delicatamente sia mascherata, la carità è sempre orribile; c'è un disagio, quasi un odio segreto, tra colui che dà e colui che riceve.
Se vuoi un'immagine del futuro, immagina uno stivale che schiaccia una faccia umana per sempre.
Lo scrittore che accetta, in tutto o in parte, di seguire la disciplina di un partito politico è posto prima o dopo davanti all'alternativa: sottomettersi o tacere.
Quanto più si è consapevoli delle proprie inclinazioni politiche, tanto maggiore sarà la possibilità di agire politicamente senza sacrificare la propria integrità estetica e intellettuale.
Quella che comunemente chiamano prosa della vita non è, a dir vero, una gran bella prosa; anzi è una prosa che molte volte non dà neppur senso; ma non è detto che non si possa, in qualche misura, ripulire e correggere.
Non v'è lettura più stucchevole e più nociva che la lunga e continuata lettura della prosa della vita. Perciò, se volete durare a vivere, dopo aver letto un volume di quella prosa, procurate di leggere una pagina almeno di poesia.
La prosa per esser veramente bella (conforme era quella degli antichi) e conservare quella morbidezza e pastosità composta anche fra le altre cose di nobiltà e dignità, che comparisce in tutte le prose antiche e in quasi nessuna moderna, bisogna che abbia sempre qualche cosa del poetico.
Quegli che nella così detta prosa della vita sa scoprir più poesia, quegli è più poeta.
Un uomo può perdonare ad un altro uomo qualsiasi cosa, eccetto una cattiva prosa.