Questa è la prima volta che le autorità mi aiutano a fuggire dalla prigione.
Se non esistessero le prigioni sapremmo di essere tutti in catene.
Sotto un governo che imprigiona chiunque ingiustamente, il vero posto per un uomo giusto è la prigione.
Noi non cederemo alla violenza. Non saremo privati delle libertà sindacali. Non saremo mai d'accordo con l'invio di persone in prigione a causa delle loro convinzioni.
Il pericolo d'inquinamento delle prove è un motivo troppo vago e arbitrario per giustificare la prigione.
Avviene in prigione come nel mondo. Quelli che pongono la lor saviezza nel fremere, nel lagnarsi, nel vilipendere, credono follia il compatire, l'amare, il consolarsi con belle fantasie che onorino l'umanità ed il suo Autore.
Esistono carceri peggiori delle parole.
Non tutte le prigioni hanno le sbarre: ve ne sono molte altre meno evidenti da cui è difficile evadere, perché non sappiamo di esserne prigionieri. Sono le prigioni dei nostri automatismi culturali che castrano l'immaginazione, fonte di creatività.
Le carceri sono luoghi favorevoli alla lettura dei testi di filosofia.
Rassegnarmi a tutto l'orrore d'una lunga prigionia, rassegnarmi al patibolo, era nella mia forza. Ma rassegnarmi all'immenso dolore che ne avrebbero provato padre, madre, fratelli e sorelle, ah! questo era quello a cui la mia forza non bastava.
Io dico che queste mura sono strane: prima le odi, poi ci fai l'abitudine, e se passa abbastanza tempo non riesci più a farne a meno: sei istituzionalizzato. È la tua vita che vogliono, ed è la tua vita che si prendono. La parte che conta almeno.