182 frasi, citazioni, aforismi
Uno non deve mettere i fiorellini alla finestra della cella della quale è prigioniero, perché se no anche se un giorno la porta sarà aperta lui non vorrà uscire.
Per rimanere liberi bisogna, a un bel momento, prendere senza esitare la via della prigione.
Chi apre la porta di una scuola, chiude una prigione.
La sensualità è la possibilità permanente di riscattare il mondo dalla prigionia della sua insignificanza.
Conoscere se stessi, lottare contro le proprie tendenze e uscirne qualche volta vincitori, non può succedere che fra le quattro mura di una cella.
Le prigioni trovano sempre dei guardiani.
La prigione è un paradiso socialista, dove l'uguaglianza prevale, tutto viene fornito, e la competizione è eliminata.
Un corpo sano è per l'anima una camera degli ospiti; un corpo malato, la sua prigione.
L'amore non deve diventare una prigione, non funziona. Non funziona mai.
Un individuo che infrange una legge che crede ingiusta e che responsabilmente accetta la pena della prigionia per risvegliare la coscienza della comunità riguardo alla sua ingiustizia, in realtà sta esprimendo il più alto rispetto per la legge.
Due carcerati guardavano fuori dalle sbarre della prigione, uno vide solo il fango della strada e si rattristò, l'altro guardò le stelle e si rallegrò.
Forse era una prigionia necessaria. Essa mi ha permesso di capire chi è Dio, di stabilire una relazione con lui, con molta ammirazione, molto amore ma - soprattutto - comprendendo chi è, attraverso la sua parola.
La liberazione non è la libertà; si esce dal carcere, ma non dalla condanna.
Non tutte le prigioni hanno le sbarre: ve ne sono molte altre meno evidenti da cui è difficile evadere, perché non sappiamo di esserne prigionieri. Sono le prigioni dei nostri automatismi culturali che castrano l'immaginazione, fonte di creatività.
Qui non c'è più decoro, le carceri d'oro ma chi l'ha mi viste, chissà? Chiste so' fatiscienti, pe' chisto i fetienti se tengono l'immunità.
In acqua non ero costretta a parlare con nessuno, ma solo a nuotare. Per anni l'acqua è stato il mio rifugio, poi è diventata la mia prigione.
Nel castello che si scorge sulla montagna, talmente macabro da sembrare una prigione.
Se son piene le carceri, son vuote le sepolture.
Danbury non era una prigione. Era una scuola del crimine, entrai con un diploma in Marijuana, ne uscii con un Dottorato in Cocaina.
Io dico che queste mura sono strane: prima le odi, poi ci fai l'abitudine, e se passa abbastanza tempo non riesci più a farne a meno: sei istituzionalizzato. È la tua vita che vogliono, ed è la tua vita che si prendono. La parte che conta almeno.