È impazienza. Impazienza. Ecco cos'è il socialismo. Una furia dell'adesso.
Non impariamo più a memoria, "con il cuore". Gli spazi interiori sono muti o intasati di banalità discordanti.
Un nuovo atto di pensiero, un immaginare privo di precedenti discernibili, è l'ambizione, riconosciuta o meno, degli scrittori, dei pittori, dei compositori, dei pensatori.
Pensare è sommamente nostro; sepolto nella privatezza più intima del nostro essere, È anche il più comune, usurato, ripetitivo degli atti. Questa contraddizione non può essere risolta.
Sia in filosofia sia in letteratura lo stile è sostanza.
Il socialismo è portare avanti tutti quelli che sono nati indietro.
È un'idea socialista che realizzare profitti sia un vizio, io ritengo che il vero vizio sia realizzare perdite.
Il socialismo, al nostro tempo, non è una conquista dei socialisti; il socialismo moderno è il figlio degenere del capitalismo. E così sarà negli anni a venire.
Per fare bene il socialista bisogna essere milionario.
Il socialismo è lirico, il comunismo epico; la differenza è tutta qui.
La lotta alla miseria deve essere condotta dal Governo, mentre la ricerca della felicità deve essere lasciata all'iniziativa privata. In altre parole bisogna essere socialisti al vertice e liberi imprenditori alla base.
Il socialismo è il sole dell'avvenire.
Il socialismo avrà valore solo in quanto condurrà all'individualismo.
Il vizio inerente al capitalismo è la divisione ineguale dei beni, la virtù inerente al socialismo è l'eguale condivisione della miseria.