È impazienza. Impazienza. Ecco cos'è il socialismo. Una furia dell'adesso.— George Steiner
È impazienza. Impazienza. Ecco cos'è il socialismo. Una furia dell'adesso.
Sia in filosofia sia in letteratura lo stile è sostanza.
Questo è il vero genio del capitalismo: impacchettare, mettere l'etichetta con il prezzo sui sogni degli uomini. Mai valutarci al di sopra della nostra mediocrità.
Non impariamo più a memoria, "con il cuore". Gli spazi interiori sono muti o intasati di banalità discordanti.
Il pensiero assoluto è antisociale, antigregario, forse autistico. È una lebbra che cerca l'isolamento.
L'atto di lettura è autentico soltanto quando conosciamo integralmente un autore, quando esaminiamo con sollecitudine particolare, anche se un po' irritata, i suoi "fallimenti" per elaborare una nostra visione personale della sua presenza.
Il socialismo avrà valore solo in quanto condurrà all'individualismo.
Al pari del buddhismo, il socialismo è stato un movimento di massa "religioso", il quale, pur parlando in termini secolari e atei, mirava alla liberazione dell'umanità dall'egoismo e dalla brama di possesso.
Il socialismo è portare avanti tutti quelli che sono nati indietro.
Il vizio inerente al capitalismo è la divisione ineguale dei beni, la virtù inerente al socialismo è l'eguale condivisione della miseria.
I socialisti sono come Cristoforo Colombo: partono senza sapere dove vanno. Quando arrivano non sanno dove sono. Tutto questo con i soldi degli altri.
Il socialismo è il sole dell'avvenire.
Il socialismo nacque direttamente dal capitalismo: esso è calcolo, sorveglianza, controllo. Il comunismo deve nascere dal socialismo: gli è superiore.
Il socialismo, al nostro tempo, non è una conquista dei socialisti; il socialismo moderno è il figlio degenere del capitalismo. E così sarà negli anni a venire.
Il socialismo è lirico, il comunismo epico; la differenza è tutta qui.