Qualsiasi essere umano che inizi a riflettere è un potenziale pessimista.
La grandezza dell'uomo non consiste nell'essere felice, ma nell'essere consapevole, lucido.
Ecco più o meno a che punto siamo. Una sorta di bivio, di incrocio dei cammini fra l'idiozia e la depressione, fra un avvenire di imbecilli felici o di intellettuali depressi.
Il progresso umano ha liberato il pensiero, ma allo stesso tempo ha incrementato l'angoscia di questo pensiero che si ritrova solo con se stesso, solo e libero. Da qui il malessere, mal di vivere che un tempo solo le menti eccezionali conoscevano, e che oggi coinvolge intere folle.
Il male di vivere è forse la sola ragione per vivere, in quanto segno del progresso del pensiero e della coscienza. La grandezza dell'uomo, in fondo, sta anche nelle sue ferite.
Qualcuno deve avere coraggio del pessimismo altrui.
Il pessimismo, quando uno ci si abitua, è tanto gradevole quanto l'ottimismo.
Il pessimismo è la 'migliore' filosofia per coloro che abitano il 'peggiore' dei mondi.
É meglio essere ottimisti ed avere torto piuttosto che pessimisti ed avere ragione.
Pessimismo dell'intelligenza, ottimismo della volontà.
L'ottimista pensa che questo sia il migliore dei mondi possibili. Il pessimista sa che è vero.
Il pessimismo dell'intelligenza va combattuto da un ottimismo della volontà.
Per un vero pessimista, essere in pericolo non è deprimente.
Forse il pessimista è in errore quando afferma il nulla, ma si ammetterà che ha molte scuse per il suo pronostico atroce.
Colui che non ha niente da perdere non ha nessuna ragione di essere pessimista.