La frase di Gesualdo Bufalino sottolinea un aspetto poco romantico dell'amor: l'idea che spesso si basi su una sorta d'accordo o contratto, dove i sentimenti sono più simili a impegni temporaneamente assuntivi. Questo approccio mette in discussione il misticismo tipicamente associato all’amore romanzesco e lo ridimensionano come un impegno che può essere presunto ma non necessariamente destinatario di reciproca partecipazione o dedizione totale, suggerendo così una dimensione potenzialmente insoddisfacente in relazioni dove il sentimento è monolaterale.