Di là dal vetro il silenzio, l'immobilità assoluta, la pace.— Giorgio Bassani
Di là dal vetro il silenzio, l'immobilità assoluta, la pace.
Nella vita, se uno vuol capire, capire sul serio come stanno le cose di questo mondo, deve morire almeno una volta.
Non c'è nulla più dell'onestà pretesa di mantenere distinto nella propria vita ciò che è pubblico da ciò che è privato, che ecciti l'interesse indiscreto delle piccole società perbene.
La natura e la storia, in Italia, sono così tanto apparentate fra di loro che sarebbe impossibile separarle. Il territorio nella sua configurazione naturale è praticamente inesistente; nel tempo, in tutto il paese, la natura è stata rimodellata o quanto meno segnata dal lavoro dell'uomo.
Conoscere se stessi, lottare contro le proprie tendenze e uscirne qualche volta vincitori, non può succedere che fra le quattro mura di una cella.
L'amore giustifica e santifica tutto, perfino la pederastia; di più: l'amore, quando è puro, cioè totalmente disinteressato, è sempre anormale, asociale.
Vi è una loquacità che non dice nulla e vi è un silenzio che dice molto.
Non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti.
Sì, all'origine delle origini, molto prima delle chiacchiere accademiche, è il silenzio a celebrare la bellezza del racconto.
Il silenzio è uno degli argomenti più difficili da contestare.
Dall'albero del silenzio pende il suo frutto, la pace.
Succede il silenzio, ma come prima si soffoca, e nel cielo come prima i lampi frugano e frugano.
È il pubblico scandalo ad offendere: peccare in silenzio è non peccare affatto.
Solo il silenzio è grande; tutto il resto è debolezza.
Quelli che amano il silenzio trovino altra gente che ama il silenzio e creino silenzio e pace gli uni per gli altri.